“PERSEPHONE (New Proposal)
Concept
Uno show spettacolare con debutto ad Atene, Grecia, patria della mitologia. Una produzione moderna di una tragedia greca antica che fa uso di tutti e 5 i sensi, incluso l’olfatto per l’utilizzo dei più dolci aromi…
HORROR TANGO includerà costumi spettrali, cantanti d’opera, orchestra dal vivo, ballerini professionisti di tango, tutti in performance individuali o di gruppo, al fine di creare tensione e dramma. La scenografia sarà principalmente composta da maxi-schermi sullo sfondo, ed il risultato sarà simile a quello del film cult Rocky Horror Picture Show,
famoso negli USA, e, allo stesso tempo, allo spettacolo Cirque du Soleil, noto in tutto il mondo.
Sinossi ATTO 1
Persefone è la figlia di Zeus e di Demetra, dea del grano e dell’agricoltura; è una donna bella e austera, caratterizzata da una lunga chioma rosso fuoco. Viene rapita da Ade, il dio del regno dei morti, che per l’occasione abbandona straordinariamente gli Inferi. Ade è talmente brutto che tutte le donne fuggono alla sua vista: è per questo motivo che, innamoratosi di Persefone, è costretto a rapirla, temendo un suo rifiuto. Per il rapimento Ade si serve del suo elmo che lo rende invisibile. Demetra si accorge che la figlia è sparita da un po’ di giorni e vaga per la terra, travestita da donna anziana, dimenticandosi dei suoi doveri di dea dell’agricoltura, creando così una carestia sulla Terra. Pertanto Zeus, per spingere Demetra a riprendere le sue attività, decide di riconsegnare Persefone alla madre, cercando di convincere suo fratello Ade a liberarla. Ma ormai Persefone è stata indotta da Ade a mangiare un melograno che la lega a lui per sempre. Ma avendo Persefone mangiato soltanto 6 grani può passare negli Inferi solo sei mesi dell’anno (autunno e inverno), durante i quali governa su tutto l’oltretomba insieme ad Ade; per gli altri sei mesi (primavera ed estate) va sulla Terra, da sua madre Demetra, facendo rifiorire la terra al suo passaggio. Questo continuo viaggio di Persefone simboleggia il cambio delle stagioni. Orfeo è un poeta e un musico; le muse gli hanno insegnato a suonare la lira (nella nostra versione il bandoneon); i suoi versi sono così dolci e affascinanti tanto da incantare tutta la natura e rallentare
la corsa dell’acqua dei torrenti. Grazie alla sua musica gli Argonauti riescono a non cedere alle insidie nascoste nel canto delle Sirene. Ogni creatura ama Orfeo ed è incantato dalla sua musica e dalla sua poesia, ma Orfeo ha occhi solo per una donna, Euridice, una ninfa di sublime beltà e leggiadria, che diviene sua sposa. La bellezza di Euridice fa ardere anche il cuore di Aristeo, un coltivatore d’api, che, vedendola mentre si fa un bagno nuda in un laghetto, si innamora di
lei e cerca di sedurla. La fanciulla per sfuggire alle sue insistenze si mette a correre, ma ha la sfortuna di calpestare un serpente nascosto nell’erba che la morsica e gli provoca la morte istantanea.
ATTO II
Orfeo, impazzito dal dolore per la morte della sua sposa, decide di scendere negli Inferi per strapparla al regno dei morti. Con la sua musica costringe Caronte, il traghettatore per il regno dei morti, a traghettarlo sull’altra riva dello Stige, addomestica Cerbero, il cane a tre teste che difende l’ingresso degli Inferi, e convince i giudici dei morti a farlo passare, nonostante le anime dannate tentano in tutti i modi di ghermirlo. Una volta giunto al cospetto di Ade e
Persefone, inizia a suonare la sua disperazione e solitudine, e le sue melodie sono così piene di dolore che gli stessi signori degli Inferi si commuovono, le Erinni piangono, la ruota di Issione si ferma, i perfidi avvoltoi che stanno divorando il fegato di Tizio non hanno il coraggio di continuare nel loro macabro compito e Tantalo dimentica la sua sete: per la prima volta si conosce la pietà negli Inferi.
Persefone, mossa a compassione perché ricorda la sua vita prima della sua discesa negli Inferi, permette ad Orfeo di prendere Euridice. Approfittando del fatto che Ade sta dormendo, Persefone toglie la chiave dal collo di Ade e apre la prigione nella quale è rinchiusa Euridice. Ad Orfeo è concesso di ricondurre Euridice nel regno dei vivi a patto che durante il viaggio verso la Terra la preceda e non si volti a guardarla fino a quando non saranno giunti alla luce del sole. Ad accompagnarli durante il viaggio c’è Hermes. Mentre procedono si fa strada nella mente di Orfeo di stare a condurre per mano un’ombra e non la vera Euridice; ciò gli fa dimenticare la promessa e si volta guardandola per un istante negli occhi, condannandola così di nuovo a tornare negli Inferi. Orfeo, tornato sulla Terra, esprime il suo dolore in solitudine e disperazione, rifiutando le donne che gli si concedono, cercando di sedurlo. Orfeo quindi ripiega sull’amore per i ragazzi.
Le Menadi con le corna, infuriate dal comportamento di Orfeo, con una furia selvaggia lo fanno a pezzi e spargono le sue membra per la campagna, gettando la sua testa nel fiume Ebro, insieme al suo bandoneon. La testa, travolta dai flutti, continua a cantare soavemente chiamando il nome di Euridice, nome ripetuto dall’eco delle sponde del fiume.
Zeus, toccato da questo evento commovente, prende la testa di Orfeo e la mette in cielo come la più luminosa stella della nuova costellazione del bandoneon.